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Intervista a Carlo Bodo, Responsabile Team Obbligazionario Ersel, con un approfondimento su obbligazioni e mercati valutari.
Il mese di maggio è stato un altro mese molto buono per gli asset di rischio in generale, per i mercati. Ha continuato il recupero delle discese del mese di marzo. In particolare, abbiamo visto i mercati tornare un po’ alla normalità, la volatilità ridursi. Abbiamo visto l’indicatore Vix sulla volatilità dello Standard & Poor’s scendere a livelli più normali. Aveva iniziato il mese intorno a 35, e ora siamo intorno a 25-26, più compatibile con una situazione di mercati relativamente tranquilli.
Abbiamo visto i tassi stabilizzarsi, soprattutto sul mercato americano. Il decennale americano è rimasto stabile intorno allo 0,65 per cento di rendimento, mentre in europa addirittura il bund è riuscito a riguadagnare una ventina di basis point sull’ottima notizia della creazione del recovery fund europeo, dell’annuncio, prima da parte di Merkel e Macron, e poi in generale da parte della Commissione Europea, di un fondo per ricostituire le perdite dovute al Covid-19 dell’importo notevole di 750 miliardi di euro.
Il credito si conferma una classe decisamente privilegiata, in quanto a recupero in questa crisi. Abbiamo visto ulteriormente stringere sia l’investment grade europeo che quello americano americano. Nel corso del mese hanno messo a segno un restringimento nell’intorno di 10-15 basis point, e ancora meglio hanno fatto l’High Yield americano ed europeo, in particolare l’high yield europeo, non appesantito da un' offerta come in altri mesi o in altri anni di primario, quindi di nuove emissioni, è riuscito a stringere intorno ai 90 basis point nell’arco del mese, mettendo a segno di nuovo una performance davvero importante.
Ha fatto molto bene anche l’Italia, in questo mese, ovviamente in parte grazie all’annuncio del Recovery Fund, ma probabilmente anche grazie a una fase due di riapertura che sembra funzionare in generale in Europa. Lo spread btp/bund ha chiuso il mese con un miglioramento intorno ai 40 basis point, un risultato sicuramente importante che porta l’Italia, per la prima volta dopo diversi mesi, a rendere meno rispetto a un basket di corporate investment grade europei, sicuramente con una volatilità inferiore.
Se andiamo a guardare l’andamento delle divise, abbiamo un dollaro che torna un pochettino indietro, un po’ il contraltare di quello che avevamo visto nella crisi, ossia il dollaro che si deprezza per uscita sostanzialmente al di fuori degli asset americani, sia contro i G10 sia contro le principali divise degli emergenti. Sui G10 in particolare abbiamo visto il dollaro lasciare terreno contro le economie più aperte, quindi la corona norvegese piuttosto che il dollaro australiano. Sugli emergenti, in generale, tutta la parte latino americana e la Russia hanno fatto molto bene, in particolare il peso messicano, il rand sudafricano, ed è ancora un po’ attardata la parte di Forex che riguarda i paesi asiatici.
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Intervista a Carlo Bodo, Responsabile Team Obbligazionario Ersel, con un approfondimento su obbligazioni e mercati valutari.
Il mese di maggio è stato un altro mese molto buono per gli asset di rischio in generale, per i mercati. Ha continuato il recupero delle discese del mese di marzo. In particolare, abbiamo visto i mercati tornare un po’ alla normalità, la volatilità ridursi. Abbiamo visto l’indicatore Vix sulla volatilità dello Standard & Poor’s scendere a livelli più normali. Aveva iniziato il mese intorno a 35, e ora siamo intorno a 25-26, più compatibile con una situazione di mercati relativamente tranquilli.
Abbiamo visto i tassi stabilizzarsi, soprattutto sul mercato americano. Il decennale americano è rimasto stabile intorno allo 0,65 per cento di rendimento, mentre in europa addirittura il bund è riuscito a riguadagnare una ventina di basis point sull’ottima notizia della creazione del recovery fund europeo, dell’annuncio, prima da parte di Merkel e Macron, e poi in generale da parte della Commissione Europea, di un fondo per ricostituire le perdite dovute al Covid-19 dell’importo notevole di 750 miliardi di euro.
Il credito si conferma una classe decisamente privilegiata, in quanto a recupero in questa crisi. Abbiamo visto ulteriormente stringere sia l’investment grade europeo che quello americano americano. Nel corso del mese hanno messo a segno un restringimento nell’intorno di 10-15 basis point, e ancora meglio hanno fatto l’High Yield americano ed europeo, in particolare l’high yield europeo, non appesantito da un' offerta come in altri mesi o in altri anni di primario, quindi di nuove emissioni, è riuscito a stringere intorno ai 90 basis point nell’arco del mese, mettendo a segno di nuovo una performance davvero importante.
Ha fatto molto bene anche l’Italia, in questo mese, ovviamente in parte grazie all’annuncio del Recovery Fund, ma probabilmente anche grazie a una fase due di riapertura che sembra funzionare in generale in Europa. Lo spread btp/bund ha chiuso il mese con un miglioramento intorno ai 40 basis point, un risultato sicuramente importante che porta l’Italia, per la prima volta dopo diversi mesi, a rendere meno rispetto a un basket di corporate investment grade europei, sicuramente con una volatilità inferiore.
Se andiamo a guardare l’andamento delle divise, abbiamo un dollaro che torna un pochettino indietro, un po’ il contraltare di quello che avevamo visto nella crisi, ossia il dollaro che si deprezza per uscita sostanzialmente al di fuori degli asset americani, sia contro i G10 sia contro le principali divise degli emergenti. Sui G10 in particolare abbiamo visto il dollaro lasciare terreno contro le economie più aperte, quindi la corona norvegese piuttosto che il dollaro australiano. Sugli emergenti, in generale, tutta la parte latino americana e la Russia hanno fatto molto bene, in particolare il peso messicano, il rand sudafricano, ed è ancora un po’ attardata la parte di Forex che riguarda i paesi asiatici.
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