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Intervista a Carlo De Vanna, Team Equity Italia di Ersel, sulle prospettive del mercato azionario italiano.
Nella seconda metà di febbraio i mercati azionari hanno recuperato buona parte del terreno perso nella prima parte del mese. Il mercato americano, in particolare, ha recuperato quasi 2/3 di quanto aveva perduto. Europa e Giappone sono rimasti un po’ più indietro; la ragione è in rafforzamento di euro e yen nei confronti del dollaro, cosa che notoriamente penalizza le esportazioni. Il cardine principale del recupero dei mercati azionari è stato l’assestamento del rialzo dei tassi di interesse USA. Il Treasury a 10 anni americano è arrivato al 3%; questo valore è una soglia psicologica e tecnica che solo un’inflazione particolarmente tonica potrebbe far superare, nel breve. Il mercato del credito è rimasto molto più composto; gli spread delle obbligazioni societarie rispetto alle governative si sono allargati, ma solo in misura molto marginale. Questi fatti dicono che i movimenti sulle azioni sono stati dati principalmente da situazioni tecniche (vendite da programmi quantitativi, ricoperture da corto su volatilità).
Il dollaro, in questa fase, si è marginalmente rafforzato, e come sempre ha funto da valuto rifugio in momenti di turbolenza.
I portafogli rimangono costruttivi; la crescita rimane solida e sincronizzata in tutte le principali aree geografiche. I profitti aziendali sono visti in ulteriore progresso. Ciò permette un atteggiamento ancora costruttivo in merito alle azioni. A livello geografico, leggero sottopeso per gli Stati Uniti, dove le valutazioni sono in linea o al di sopra delle medie storiche. Sovrappeso, invece, su Europa, Giappone ed emergenti. Questo in considerazione dei tassi di crescita, degli indicatori di fiducia di imprese e consumatori, e per le valutazioni. Si completa il portafoglio con una buona, discreta quantità di programmi alternativi, che ricercano driver di performance meno o poco correlati alle asset class tradizionali. Una certa quantità di cash è ancora oggi consigliabile; durante il rialzo dei tassi il cash è una vera e propria attività di investimento.
Sui mercati obbligazionari atteggiamento molto, molto cauto. Esposizione sui paesi emergenti, dato che i rendimenti reali rimangono positivi ed interessanti; inoltre, i fondamentali sono molto più soldi rispetto agli anni passati. Esposizione anche sui comparti a tasso variabile, perché così si attutisce meglio il percorso del rialzo dei tassi. Quest’ultimo sarà auspicabilmente graduale, ma comunque sarà presente per molto tempo.
Comunicazione di marketing. Il presente video è destinato esclusivamente a scopi informativi/ di marketing non sostituendosi al prospetto informativo o ad altri documenti legali di prodotti finanziari ivi eventualmente richiamati. Nel caso, si prega di consultare il prospetto dell’OICVM/documento informativo e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KID) prima di prendere una decisione finale di investimento che può essere effettuata solo previa valutazione dell’adeguatezza del servizio o dello strumento finanziario rispetto al profilo individuato con il questionario MiFID. Solo la versione più recente del prospetto, dei regolamenti, del Documento chiave per gli investitori, delle relazioni annuali e semestrali del fondo può essere utilizzata come base per decisioni di investimento. Il presente video non costituisce né un’offerta né una sollecitazione all’acquisto, alla sottoscrizione o alla vendita di prodotti o strumenti finanziari o una sollecitazione all’effettuazione di investimenti. Ersel ha verificato con la massima attenzione tutte le informazioni rappresentate nel presente video e compiuto sforzi per garantire che il contenuto di questo video sia basato su informazioni e dati ottenuti da fonti affidabili, ma non garantisce della loro esattezza e completezza non assumendosi alcuna responsabilità. Ersel non si assume alcuna responsabilità circa le informazioni, le proiezioni o le opinioni contenute nel presente video e non risponde dell'uso che terzi potrebbero fare di tali informazioni, né di eventuali perdite o danni che possano verificarsi in seguito a tale uso. Il presente video può fare riferimento alla performance passata degli investimenti: i rendimenti passati non sono indicativi di quelli attuali o futuri. Le indicazioni e i dati relativi agli strumenti finanziari, forniti dalla Società, non costituiscono necessariamente un indicatore delle future prospettive dell’investimento o disinvestimento. È vietata la riproduzione e/o la distribuzione del presente video, non espressamente autorizzata.
Intervista a Carlo De Vanna, Team Equity Italia di Ersel, sulle prospettive del mercato azionario italiano.
Nella seconda metà di febbraio i mercati azionari hanno recuperato buona parte del terreno perso nella prima parte del mese. Il mercato americano, in particolare, ha recuperato quasi 2/3 di quanto aveva perduto. Europa e Giappone sono rimasti un po’ più indietro; la ragione è in rafforzamento di euro e yen nei confronti del dollaro, cosa che notoriamente penalizza le esportazioni. Il cardine principale del recupero dei mercati azionari è stato l’assestamento del rialzo dei tassi di interesse USA. Il Treasury a 10 anni americano è arrivato al 3%; questo valore è una soglia psicologica e tecnica che solo un’inflazione particolarmente tonica potrebbe far superare, nel breve. Il mercato del credito è rimasto molto più composto; gli spread delle obbligazioni societarie rispetto alle governative si sono allargati, ma solo in misura molto marginale. Questi fatti dicono che i movimenti sulle azioni sono stati dati principalmente da situazioni tecniche (vendite da programmi quantitativi, ricoperture da corto su volatilità).
Il dollaro, in questa fase, si è marginalmente rafforzato, e come sempre ha funto da valuto rifugio in momenti di turbolenza.
I portafogli rimangono costruttivi; la crescita rimane solida e sincronizzata in tutte le principali aree geografiche. I profitti aziendali sono visti in ulteriore progresso. Ciò permette un atteggiamento ancora costruttivo in merito alle azioni. A livello geografico, leggero sottopeso per gli Stati Uniti, dove le valutazioni sono in linea o al di sopra delle medie storiche. Sovrappeso, invece, su Europa, Giappone ed emergenti. Questo in considerazione dei tassi di crescita, degli indicatori di fiducia di imprese e consumatori, e per le valutazioni. Si completa il portafoglio con una buona, discreta quantità di programmi alternativi, che ricercano driver di performance meno o poco correlati alle asset class tradizionali. Una certa quantità di cash è ancora oggi consigliabile; durante il rialzo dei tassi il cash è una vera e propria attività di investimento.
Sui mercati obbligazionari atteggiamento molto, molto cauto. Esposizione sui paesi emergenti, dato che i rendimenti reali rimangono positivi ed interessanti; inoltre, i fondamentali sono molto più soldi rispetto agli anni passati. Esposizione anche sui comparti a tasso variabile, perché così si attutisce meglio il percorso del rialzo dei tassi. Quest’ultimo sarà auspicabilmente graduale, ma comunque sarà presente per molto tempo.
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