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Il private banking ha acquisito un significato strategico sempre maggiore per il sistema Paese in questa fase storica così delicata. Un settore che ha saputo rimontare e recuperare le posizioni pre-crisi grazie a un salto di qualità nel rapporto con la clientela.
«Il private banking è orientato al finanziamento dei settori produttivi e strategici anche nel nostro Paese, con un'attenzione particolare all'innovazione e alle infrastrutture, elementi fondamentali per il rilancio dell'intera economia nazionale», spiega Federico Taddei, direttore Private Banking del Gruppo Ersel. «In questa fase ha consentito di evitare un'irrazionale corsa allo smobilizzo dei portafogli nei momenti di maggiore volatilità».
Gli operatori «hanno dato fiducia soprattutto ai mercati azionari, focalizzando l'attenzione sui settori ritenuti fondamentali nella lotta al virus come i settori farmaceutici, biotecnologici e delle tecnologie digitali. Oltre al tradizionale investimento sui mercati azionari liquidi, si è affermato sempre più l'investimento in real asset come il private equity, il private debt e il venture capital, che rappresentano una valida allocazione di risorse nel medio-lungo periodo».
La chiave della tenuta del sistema sta però nella capacità di ridefinire la relazione con il cliente in una fase in cui lo scambio empatico tra operatore e cliente è inevitabilmente venuto a cadere. «Quello che è successo nell'ultimo anno ha sicuramente ridefinito le classiche abitudini relazionali», spiega Taddei, «investendo inevitabilmente anche i tradizionali rapporti di consulenza e inaugurando un nuovo approccio cooperativo, basato sugli strumenti digitali e di video assistenza. L'accellerazione che è stata impressa dagli eventi è stata incredibile ed è ormai un fenomeno duraturo e irreversibile. Ersel da sempre investe per dare ai propri private banker gli strumenti informatici migliori per assistere la clientela, ma il salto che abbiamo fatto negli ultimi 12 mesi e quello che ci apprestiamo a fare nei prossimi 12 sono davvero enormi. La volontà è quella di rafforzare la collaborazione digitale con la clientela, che si traduce anche in una maggiore consapevolezza e in una crescente richiesta di assistenza». Le istituzioni devono però sciogliere alcuni vincoli regolamentari che rendono estremamente complicata la sottoscrizione per le famiglie private di sottoscrizione di quote di strumenti finanziari specializzati in economia reale.
«Sono in AIPB dalla sua fondazione nel 2003 e consigliere di amministrazione dal 2017: posso confermare che lo scioglimento di alcuni vincoli regolamentari è una necessità sentita e condivisa da tutti gli operatori private, Ersel compresa. Il tema è che la normativa europea, improntata sulla dicotomia cliente retail/cliente professionale, senza prevedere una figura di cliente intermedio che sia esperto, informato e patrimonializzato, risulta penalizzante per la clientela privata in generale e in particolare per l'accesso agli investimenti specializzati nell'economia reale, serve un tagliano in questo ambito».
Resta sullo sfondo la questione dei Pir alternativi o Pir PMI. «Ersel offre già da diversi anni la possibilità di investire in Piani Individuali di Risparmio. I nuovi PIr alternativi introdotti lo scorso maggio dal decreto rilancio, sono uno strumento molto interessante e di grande supporto per le PMI italiane. Prima di proporli ai nostri clienti tuttavia, riteniamo che sia necessario ulteriore tempo per poterne comprendere esattamente gli sviluppi e gli impatti sul mercato».
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili». Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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