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Federico Taddei
Intervista a
Direttore Private Banking
Fonte

Funds People Italia

Pag. 80/81 - del 15-mar-2021
Diversificazione e approccio globale per i nostri clienti

Quindici miliardi di asset e 75 private banker. Ecco come l'organizzazione tipo boutique di Ersel ha retto all'urto della pandemia.

Una struttura semplice, organizzata per team, che si divide tra Torino, Milano, Reggio Emilia, Bologna e Lussemburgo (per ciò che concerne la clientela internazionale). Quindici miliardi di asset gestiti e 75 professionisti dedicati.

Parliamo della divisione Private Banking del Gruppo Ersel, che mette a disposizione dei clienti ("imprenditori, ex imprenditori, rentier e un gruppo emergente di 'nuovi patrimoni', soprattutto professionisti e top manager") una piattaforma di wealth management attraverso le quattro società che lo compongono: SIM, banca, SGR e fiduciarie.

"La struttura snella di boutique ci consente di tenere molto vicini ai banker, e quindi ai clienti, tutte le aree di competenza chiave nel nostro mondo: i gestori, il team di advisory, gli specialisti del wealth planning, del servizio di family office, del private insurance, dei crediti", spiega subito il Direttore Federico Taddei. Anche per Ersel, così come per il resto delle società, la pandemia ha costituito un banco di prova.

"All'inizio della primavera, con il primo lockdown e l'iniziale crisi sui mercati, il primo obiettivo è stato quello di garantire la continuità di servizio ai clienti e di 'mettere' in asse i portafogli di investimento", dice il manager. "Man mano che si è preso coscienza della nuova 'normalità', gli investitori hanno iniziato ad essere un po' più sereni, sia per la salute, sia per i recuperi che i loro investimenti hanno registrato. È rimasta una componente di forte incertezza sul futuro, sulla tenuta e sulle prospettive della ripresa, ma l'intervento poderoso delle Banche centrali e dei governi sembra essere un supporto importante e strutturale". In questo contesto anche le scelte di asset allocation di Ersel hanno seguito le vicissitudini politiche e finanziarie.

"All'inizio del 2020 il posizionamento dei nostri portafogli era pro-rischio, in funzione di un'economia in miglioramento e dell'accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti. Il crollo dovuto alla pandemia è stato repentino e abbiamo reagito con decisione riducendo la quota azionaria e l'esposizione ai segmenti meno liquidi del mercato obbligazionario, con l'obiettivo di proteggere il capitale e conservare margini di flessibilità per la gestione", racconta il direttore del Private Banking. "Con l'intervento dei governi e delle Banche centrali a sostegno dell'economia e dei mercati abbiamo progressivamente aumentato l'esposizione al rischio fino ad arrivare in autunno con forti sovrappesi sulle azioni, che ci hanno consentito di partecipare pienamente al rimbalzo delle borse e riportare in territorio positivo i rendimenti per l'anno".

La fiducia continua, anche grazie alla "decisa svolta europeista nel parlamento italiano", afferma Taddei. "Il compito che attende il nuovo esecutivo sarà difficile sia come tempistiche sia come mole di lavoro, ma le competenze messe in campo dovrebbero consentire di avviare positivamente le riforme necessarie e l'utilizzo del Recovery and Resilience Fund". 
 

Investimenti e progetti futuri

Come spiega Taddei, in Ersel si mantiene un atteggiamento costruttivo anche per il 2021.

"I nostri portafogli cercano di cogliere le opportunità presenti sui mercati azionari prestando particolare attenzione all'equilibrio tra potenziale di crescita e multipli di valutazione: alcuni temi, come ad esempio nell'ambito delle nuove energie, rischiano infatti di scontare uno scenario eccessivamente ottimistico, slegato dall'attuale generazione di utili e flussi di cassa per molte delle società che ne fanno parte. Per questo è importante la diversificazione e un approccio globale, come ad esempio nel fondo Leadersel Innotech ESG da noi lanciato nell'autunno del 2020, che può spaziare tra tecnologia, medicale ed energie rinnovabili senza essere legato a nessuna delle singole nicchie".
 

E sui progetti futuri?

"Continuo sviluppo dei servizi di advisory e di gestione (con i mandati multilinea), ulteriore sviluppo dei real asset - con private equity, private debt, infrastrutture e club deal su start-up anche attraverso partnership con primari operatori istituzionali - rafforzamento delle sinergie con il mondo dei professionisti, monitoraggio dei liquidity event, ulteriore evoluzione della tecnologia e dei sistemi, di integrazione con la 'tesoreria' bancaria", risponde il manager.

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Federico Taddei

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