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C’è un’importante classifica che va riscritta: nei giorni scorsi l’India è diventata la Nazione con più abitanti al mondo. I numeri esatti sono difficili da rilevare, ma secondo i calcoli dell’Onu, in aprile, il Paese ha superato quota 1,425 miliardi di individui.

Un primato storico

Focus

India e clima

Di sicuro l’India in futuro avrà un ruolo centrale nella lotta contro i cambiamenti climatici. Per l’Europa questa tematica è chiave perché il raggiungimento degli obiettivi climatici globali non sarà possibile senza un maggior impegno da parte di Cina e India. E se la Cina si è già lanciata in molte promesse, Delhi rimane ancora indietro.

La corsa in avanti era già in atto da tempo e alla fine si è trasformata nella più significativa transizione demografica degli ultimi 200 anni che ha portato allo storico sorpasso sulla Cina. Eravamo abituati a pensare alla Cina come al Paese più popoloso di tutti, adesso non è più così. L’evento è talmente importante che è stato citato dall’Economist tra i 10 da tenere sott’occhio nel 2023. Il primato porta a tutta una serie di riflessi e conseguenze. In primo piano c’è sicuramente l’economia indiana che corre già da diversi anni e ormai riesce a battere quella cinese.

Nello scenario attuale di rallentamento globale e di rischio recessione per i Paesi occidentali, l’India si mostra infatti un’isola felice e cresce più di tutti. Secondo le recenti stime del Fondo monetario internazionale, il Pil indiano salirà del 5,9% nel 2023. Per fare il confronto, secondo l’Fmi, quest’anno la Cina si fermerà a un +5,2% mentre molto indietro resteranno gli Stati Uniti (+1,6%). Non solo. Di recente l’India è diventata la quinta economia più grande al mondo, superando anche il Regno Unito, la potenza coloniale che ha dominato il Paese per oltre due secoli.

Secondo alcuni report, già nei prossimi dieci anni il Paese potrebbe diventare la terza economia mondiale. Tutto questo se l’orientamento politico e l’attenzione alla crescita del governo rimarranno favorevoli. Sono tante le riforme messe in cantiere negli ultimi tempi e alcune stanno già portando i loro frutti. In ogni caso, si tratta di un lungo percorso che il Paese dovrà fare e che nasconde però anche tante ombre: il governo locale sta compiendo un grande sforzo per aumentare la produzione all’interno del Paese, il che ingrandirà le opportunità di lavoro, ridurrà le spese di importazione e potenzialmente renderà l’India in grado di far parte della catena di approvvigionamento globale.

Tuttavia il problema della povertà rimane ancora in primo piano e una buona fetta della popolazione è ancora ai margini. Di sicuro la svolta indiana avrà anche importanti implicazioni globali. Una popolazione da record porta, infatti, a un’economia in crescita esponenziale ma dà anche l’accesso a un maggior ruolo internazionale. Tuttavia a differenza della Cina, che da tempo è uno dei più importanti pesi massimi sulla scena politica del mondo, l’India per decenni ha dato l’idea di essere un gigante addormentato. Adesso che inizia a risvegliarsi, cresce anche l’interesse per questo titano e aumenta il via vai di capi di Stato delle Nazioni occidentali che vogliono incontrare il Primo Ministro Narendra Modi.

Dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz, al Presidente francese Emmanuel Macron fino alla Premier italiana Giorgia Meloni, negli ultimi mesi sono stati tanti gli incontri che si sono avvicendati. Certo il Paese è un importante partner commerciale per molte aree del mondo (e il decimo dell’Unione Europea). Allo stesso tempo, però l’obiettivo dei leader politici internazionali è anche quello di costruire relazioni solide e durature che possano favorire un maggiore avvicinamento dell’India all’Occidente. Il passo è particolarmente importante in questa fase in cui le tensioni tra Stati Uniti e Cina sono in continuo aumento. Ci sono però molti altri punti da considerare. In primo piano c’è anche l’ambiente.

L’economia indiana è ancora molto dipendente dal carbone e attualmente mette la difesa dell’ambiente dietro agli obiettivi di crescita economica e di prosperità. Inoltre l’attuale governo di Modi vede arrivare la neutralità climatica indiana non prima del 2070 e più volte ha sottolineato che l’inquinamento ambientale esistente è in gran parte dovuto ai Paesi ricchi dell’Occidente e che è quindi principalmente compito di questi Paesi risolvere il problema. La strada pare essere in salita. Eppure è proprio da una relazione costruita con lungimiranza oggi sui temi centrali del momento che potranno nascere rapporti solidi per il domani. Non solo commerciali.

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