C'è qualcuno che racconta che il caso Smre potrebbe mettere in fuga gli investitori proprio da quell'Aim dove la caratteristica dei titoli (piccoli e sottili) rende ancora molto volatile il segmento.
Dopo l'Opa annunciata da SolarEdge su Smre si è scatenata la protesta da parte di alcuni fondi e banche d'investimento presenti sul mercato. La questione sollevata riguardava principalmente la necessità di fornire chiarezza sulle modalità di delisting di una società dall'Aim con la necessità di garantire la corretta tutela agli azionisti. In realtà, la vera ragione era il prezzo: i 6 euro, pari a quanto corrisposto ai soci di maggioranza, erano un prezzo inferiore a quello del titolo al momento dell'annuncio dell'Opa (pari a 6,12 euro). Lo "sconto" non è piaciuto agli investitori. Tutti sanno che il delisting e la fusione con società non quotate richiedono un consenso superiore al 90% del capitale. Cosa ben ribadita in una nota da Borsa Italiana come a dire: le regole ci sono, basta rispettarle.
Insomma, da un lato qualcuno ha interpretato forzando le regole, dall'altro qualcun altro si aspettava un premio maggiore che non è arrivato. Da qui la delusione anche se dalla quotazione del titolo al delisting il guadagno c'è stato. (...) «In realtà in questo momento gli investitori istituzionali a Piazza Affari stanno facendo il loro mestiere e il mercato sta dimostrando di essere molto efficiente - sottolinea Carlo De Vanna, gestore di Fondersel PMI, fondo azionario di Ersel -. Rispetto ad altre fasi di bull market, in questa gli investitori sono molto attenti al titolo e più che guardare ai multipli futuri, si investe sul valore attuale della società». Segnale, questo, di un mercato diligente e con una voglia ragionata di investire nell'equity.
Lunedì 8 aprile 2024 si è tenuto a Palazzo Clerici a Milano il Convegno di Ersel e ISPI dal titolo "I mercati finanziari tra conflitti militari e sfide elettorali".
Il mondo economico è attualmente immerso nella ricerca spasmodica di segnali di crescita ma esistono anche altri dati cruciali che non devono essere trascurati. Tra questi ci sono i numeri sui debiti pubblici.
Con il suo leggendario “Whatever it takes”, Mario Draghi è considerato il salvatore dell'euro. La promessa dell'allora Presidente della Banca Centrale Europea di fare tutto il necessario per preservare la moneta unica ha segnato la svolta nella crisi del debito europeo nel 2012.
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