Il riacutizzarsi delle tensioni sui debiti sovrani di alcuni Paesi dell'area euro; l'allentamento della presa sullo yuan da parte della Banca centrale cinese in concomitanza con le voci di una frenata della crescita economica del Paese, le incertezze politiche in Francia e Olanda.
Le ultime settimane sono state molto calde sul piano finanziario con ricadute dirette sull'operatività dei private banker, che se da una parte mantendono fede all'approccio tradizionale che li vuole focalizzarsi sulla valorizzazione dei patrimoni a medio-lungo termine, dall'altra devono fronteggiare le preoccupazioni dei clienti per il ritorno delle tensioni finanziarie.
Di fronte al complicarsi delle relazioni tra mondo dell'impresa e del credito, Ersel sta pensando di trasformarsi da sim a banca.
"I nostri clienti sono quasi tutti imprenditori, per cui questo passaggio ci consentirebbe di concedere crediti - spiega Guido Giubergia, presidente e amministratore delegato della società - In ogni caso, i finanziamenti non verrebbero concessi alle aziende, ma ai clienti com eprivati e solo se pienamente garantiti". Dal punto di vista degli investimenti, Ersel ha da poco lanciato un fondo comune per investire sui mercati emergenti, "destinati a crescere più dei mercati maturi per diversi anni" motiva Giubergia. E ora sta studiando un fondo quantitativo che affida le gestioni di compravendita a software di calcolo, preimpostati secondo criteri di contenimento del rischio.
In vista dei nuovi Citywire Italia Wealth Awards, che si terranno l’11 giugno a Palazzo Parigi a Milano, Citywire Italia ha intervistato Federico Taddei, Direttore Private Banking Ersel.
Federico Taddei, Direttore Private Banking Ersel, parla ad AdvisorOnline di numeri, strategia e differenza di Ersel. Qui coordina i circa 80 wealth manager della banca più orientata verso la clientela con patrimoni finanziari superiori ai 500.000 euro.
Passione per l'imprenditorialità e collegamento immediato tra investimenti ed economia reale sono le motivazioni principali che indirizzano le grandi famiglie italiane e i family office verso strumenti come i club deal. Andrea Rotti, Amministratore Delegato Ersel, ne parla a Il Sole 24ORE.
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