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Primo non prenderle. In uno scenario ricco di incognite, a fronte di valutazioni sicuramente non più a buon mercato, le strategie delle boutique finanziarie danno priorità agli aspetti di difesa del patrimonio, in linea con quella che è da sempre la richiesta di detentori di grandi patrimoni. Una scelta che a volte impone la ricerca di soluzioni alternative rispetto alle asset class tradizionali.
"Negli ultimi anni le allocazioni tradizionali di portafoglio hanno mostrato una notevole efficacia nel rapporto tra rendimento offerto e rischio fatto sopportare agli investitori", ricorda Andrea Rotti, direttore investimenti gestioni patrimoniali di Ersel. "A favorire questo fenomeno sono state da un lato le politiche monetarie globali altamente espansive che, offrendo enormi dotazioni di liquidità ai mercati finanziari, hanno sostenuto le quotazioni di una moltitudine di attività finanziarie; dall'altro un contesto economico di graduale ripresa, in particolare delle economie dei paesi sviluppati, che ha ulteriormente favorito le quotazioni azionarie".
Il restringimento degli spread e la crescita dei multipli hanno mutato lo scenario, contribuendo al ritorno della volatilità, legata anche alle tensioni sui mercati emergenti e all'incertezza sulle mosse della Fed.
Cosa fare a questo punto? "Una possibile soluzione è di accettare nella costruzione di portafoglio una componente più rilevante, nell'ordine del 20%-25%, di programmi di investimento alternativi" sottolinea Rotti. Il direttore investimenti di Ersel cita qualche esempio a proposito: i programmi flessibili/tattici (con possibilità di roteare gli investimenti in base alle esigenze del momento), i programmi event driven (legati a particolari avvenimenti che impattano sulle quotazioni) o di arbitraggio (comprando ad esempio un titolo negoziato sul mercato X e rivendendolo sul mercato Y, speculando così sui diversi valori di quotazione del titolo), i programmi basati su algoritmi, i programmi long-short equities e quelli total retrun sul credito.
Più efficienza nella programmazione successoria per preservare ed incrementare il valore del patrimonio nella trasmissione generazionale sia di individui che di imprese, in particolare familiari. Ne parla Davide Davico, Managing Partner di Simon WealthLex, a Milano Finanza.
Il Gruppo lavora ad un piano di sviluppo per fornire servizi sempre più sofisticati, con una gestione personalizzata, che integra anche l’advisory, il credito long board e il private market. Ne parla Federico Taddei, Direttore Private Banking Ersel, a Focus Risparmio.
Per nulla spaventati dalle performance degli ultimi anni e dalle elevate valutazioni di mercato, i grandi finanzieri fanno il pieno di titoli tecnologici. E non solo. Ne parla Andrea Nocifora, Senior Equity Fund Manager, a L'Economia.
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