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I mercati finanziari non trovano pace. A complicare il quadro di un anno già molto difficile si sono aggiunti anche gli scandali nel mondo delle criptovalute.

La crisi della Silicon Valley

Focus

FTX e finanza tradizionale

Il mondo della finanza tradizionale, rimasto al riparo dagli effetti del fallimento di FTX, non si è risparmiato in giudizi: «L’industria delle criptovalute ha concentrato in un periodo di poco più di dieci anni tutti gli errori che il mondo finanziario classico ha commesso nel corso dei secoli» è stata la sintesi del Wall Street Journal.

Le nuove monete digitali sono finite in una spirale negativa innescata dal fallimento della piattaforma di trading FTX, creata nel 2019 dal giovane matematico Sam Bankman Fried e diventata in poco tempo tra le prime piazze di scambio a livello mondiale. Il crack da 32 miliardi di dollari di FTX, che a febbraio contava oltre un milione di utenti, ha subito scatenato un effetto domino su tutte le altre società del panorama cripto e ne ha messo nuovamente in discussione la solidità. La vicenda ha reso reali le più catastrofiche profezie fatte negli anni dai tanti scettici di questa nuova realtà.

Gli osservatori si sono scatenati in paragoni con il passato. Per alcuni, le vicende di FTX somigliano tanto al crollo di Lehman Brothers nel 2008 dopo la speculazione sui mutui subprime Usa. Per altri il caso della piattaforma di Bankman Fried è invece più simile alla bancarotta del 2001 del colosso Usa dell’energia Enron che aveva manipolato i propri numeri. La risposta probabilmente sta nel mezzo e la sentenza finale arriverà soltanto con il tempo. Quel che conta più di tutto è che per l’intero mondo delle criptovalute è arrivato il momento della resa dei conti. La vicenda ha infatti portato alla più grande crisi di fiducia nel comparto delle cripto, e adesso occorrerà cercare rimedio. 

Gli osservatori hanno puntato il dito sulle scelte di base di questo settore: nel mondo delle monete digitali e della blockchain non esistono regolatori centrali perché questo ambito ha sempre scelto di essere indipendente. In simili condizioni è evidente che neppure le criptovalute più popolari, come il Bitcoin, dispongono di reali reti di protezione.Quello della decentralizzazione è un aspetto che è sempre stato celebrato dagli utenti, dagli investitori e da tutti gli attori del panorama. Adesso però dovrà arrivare un cambio di passo e per gli esperti dovrà coincidere con una nuova fase per l’industria, possibilmente spinta da una nuova maxi-dose di innovazione. 

I principali protagonisti del mondo virtuale avrebbero dovuto preoccuparsi molto tempo fa di questi aspetto, preferibilmente durante i tempi d’oro del comparto. Niente è stato fatto e ora tutti pagano le conseguenze. Il caso FTX è tuttavia soltanto l’ultimo di una serie di disastri tra le aziende-star della Silicon Valley. La lista degli incidenti registrati negli ultimi mesi è lunga e va dall’acquisizione distruttiva di Twitter da parte di Elon Musk, al mancato decollo del metaverso, il nuovo gioiellino virtuale su cui Facebook ha puntato oltre 10 miliardi di dollari, fino ai licenziamenti di massa tra le big-tech più in vista come Amazon e Netflix.

Questi avvenimenti hanno gettato un’ombra su tutto il mondo della tecnologia Usa, da anni star indiscussa in borsa. Nel caos c’è anche l’opportunità di una ripartenza, un po’ come accaduto dopo lo scoppio della bolla dot-com che portò all’esplosione di colossi come Google e alla nascita di realtà come Facebook e Twitter. A questa rinascita guardano in molti. Il Washington Post ha scritto che il momento attuale rappresenta una occasione «per un reset dell’industria tecnologica». L’ipotesi è di un grande salto di qualità ma la palla è nelle mani della politica e in particolar modo nelle mani dell’amministrazione Biden. Il passaggio richiederà molto probabilmente tempi lunghi ma non sembra che ci siano altre strade da percorrere. Del resto tutte le iniziative di autoregolamentazione finora lanciate dagli stessi operatori del mondo tech e cripto sono sempre fallite. 

Per il comparto il momento non è facile. La transizione sarà dolorosa ma è l’unica via d’uscita da una crisi senza precedenti che ha mostrato ancora una volta che il nuovo mondo della blockchain e delle valute digitali è fragile e può finire in macerie nel giro di pochissimi giorni. 

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