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I mercati sono arrivati al giro di boa dei primi sei mesi dell’anno con molte più incognite di quante ce ne fossero a gennaio. Le incertezze maggiori le ha generate il mondo della politica. Due sono i fronti sotto la lente: da un lato c’è il timore dell’escalation di una guerra commerciale globale minacciata dal presidente Usa, Donald Trump. 

Occhio per occhio

Dall’altro lato preoccupa la difficile evoluzione che sta vivendo il progetto europeo e su cui gioca un ruolo anche la nuova variabile della politica italiana. Qualche spiraglio è arrivato dal Consiglio europeo di Bruxelles che si è tenuto lo scorso 28 e 29 giugno. Dopo mesi di negoziati, i Ventotto hanno dato il via libera a un tassello cruciale di quella che è la nascente unione bancaria. Il Vertice, oltre ad aver ritrovato un’importante coesione sul tema in primo piano dell’immigrazione, ha infatti anche deciso che il meccanismo europeo di Stabilità (Esm) diventerà il paracadute del Fondo europeo di risoluzione bancaria (Srf). Questo passaggio, che rafforza ulteriormente l’architettura europea e di fatto vara l’avvio di un Fondo monetario europeo, avrà l’obiettivo di mettere l’area euro al sicuro nel caso di futuri shock creditizi. Per l’Eurozona è un decisivo passo in avanti compiuto, tra l’altro, in tempi di “sereno”, vale a dire nel momento più propizio per mettere mano alle riparazioni del tetto della propria abitazione. E’, infatti, nei periodi di espansione come quello attuale che è meglio introdurre modifiche alla governance della moneta unica per attenuarne eventuali “difetti di origine”.


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