Andrea Rotti, direttore gestioni patrimoniali di Ersel, giudica poco appetibili molte soluzioni di investimento obbligazionario e si orienta verso soluzioni diverse dalle asset class tradizionali.
È la strada da seguire secondo Andrea Rotti, direttore investimenti gestioni patrimoniali Ersel, in una fase in cui la compressione dei rendimenti obbligazionari, frutto delle politiche monetarie espansive, ha reso poco appetibili molte soluzioni di investimento a reddito fisso.
Come nel caso del “rendimento a scadenza ottenibile da un paniere di titoli governativi dell’area euro (Germania, Francia, Italia e Spagna) con scadenza media tra tre e cinque anni che oggi è nullo”, sottolinea. “Una parte dei portafogli (25-30% per un profilo di investimento moderato) può quindi essere orientata verso soluzioni diverse dalle asset class tradizionali”, spiega Rotti. La cui preferenza va in particolare alle strategie di tipo hedge all’interno delle quali “prediligiamo gli approcci event driven (ossia, legati all’esito di eventi societari, ndr) e merger arbitrage (arbitraggio in fusioni e acquisizioni, ndr), focalizzati sulle operazioni di finanza straordinaria e consolidamento settoriale che stanno avvenendo, con sempre più crescente intensità, da 18 mesi a questa parte”.
Interessanti in ottica di investimento per l’esperto sono poi gli approcci long-short equity (dove il rendimento viene generato assumendo posizioni lunghe su alcuni titoli ritenuti sottovalutati e finanziandosi con delle posizioni corte su titoli sopravvalutati, ndr), “sulla base del convincimento che la maggior dispersione delle valutazioni, che sta incominciando a manifestarsi, sia il terreno più fertile per questo tipo di strategie”.
Nella sede di banca Ersel, in piazza Solferino, lo studio del fondatore Renzo Giubergia, per tutti semplicemente «l'ingegnere», è rimasto intatto dopo la sua scomparsa, nel 2010: «Non abbiamo toccato nulla» dicono i figli Guido, 72 anni, e Paola, di 7 più giovane. Paola e Guido Giubergia ne parlano a La Stampa.
Passione per l'imprenditorialità e collegamento immediato tra investimenti ed economia reale sono le motivazioni principali che indirizzano le grandi famiglie italiane e i family office verso strumenti come i club deal. Andrea Rotti, Amministratore Delegato Ersel, ne parla a Il Sole 24ORE.
Per decenni i giudizi delle principali agenzie di rating hanno condizionato i mercati finanziari, segnando la fortuna o la disgrazia di Stati ed aziende quotate. I giudizi positivi (quelli che indicano un'ottima situazione finanziaria e buone prospettive per il futuro) garantivano quotazioni sostenute ed in crescita, quelli negativi si traducevano in ribassi dei prezzi. Guido Giubergia, Presidente del Gruppo Ersel, ne parla a La Stampa.
Questa schermata consente al tuo monitor di consumare meno energia quando il computer resta inattivo.
Clicca in qualsiasi parte dello schermo per riprendere la navigazione.