Passa a
Si è inaugurata ieri sera negli spazi di Ersel in piazza Solferino "Astrazioni, Figure, Miraggi Domestici. Pittori a Torino 1900 - 1960" di Gian Enzo Sperone.
Non è stato facile mettere in piedi un allestimento di tale portata ma, alla fine, ieri sera, nella splendida cornice di palazzo Ersel, in piazza Solferino 11, la mostra "Astrazioni, Figure, Miraggi Domestici. Pittori a Torino 1900 - 1960" ha preso il via con un bagno di folla e da oggi al 30 maggio sarà fruibile (ingresso gratuito) al pubblico. Tante le personalità del mondo istituzionale e culturale di Torino ma la vera star, ovviamente, era lui, il curatore (con Denis Isaia) Gian Enzo Sperone, gallerista di fama internazionale partito da Torino alla conquista dell'America, prima, e di tutto l'universo opere, tra cui spicca Giacomo dell'arte dopo.
Il suo «un omaggio dovuto - grazie ai prestatori - alla pittura torinese che va dal 1900 al 1960 prima ce i suoi grandi esponendi fossero offuscati dallo tsunami dell'Arte Povera e Concettuale». [...]
Ad accogliere i visitatori un viaggio di immagini attraverso l'esposizione di 120 opere, di 42 artisti diversi, divise nelle tre stanze dell'Ersel in un filo conduttore a spirale. Ecco allora la stanza del Futurismo, con oltre trenta opere, tra cui spicca Giacomo Balla: «Lui era torinese, qui nacque il Futurismo, doveroso il mio omaggio. E' vero, Balla a 24 anni andò a Roma ma è qui che studiò all'Accademia Albertina».
In un'altra stanza coesistono personalità diverse, a farla da padrone è il Superealismo e Enrico Colombotto Rosso: «Un nome forse troppo spesso dimenticato. In questo spazio abbiamo voluto mettere in "conflitto" anche opere diverse sia dal punto di vista tematico che artistico, si capiscono meglio i quadri tra di loro se messi a confronto».
E infine, la stranza dove i ritratti coesistono tutti insieme, lì anche quadri relativamente deboli acquistano potere. «Sono davvero felice di essere riuscito a realizzare questa esposizione - spiega Sperone - e spero che sia solo la prima di una lunga serie a Torino». Città con la quale vuole fare pace visti i trascorsi che parlano di un dono di settanta opere che il gallerista avrebbe voluto fare alla Reggia di Venaria per un valore che si aggira attorno ai 7 milioni di euro. [...]
Intanto, i torinesi possono godere di questo tuffo nel Novecento: «La pittura del Novecento è stato il coronamento e la messa in crisi di tutte le forze misteriose, che alimentando e ingarbugliando i nodi dell'estetica, hanno infranto a fin di bene canoni e protocolli, nella speranza di evolvere. La pittura non ha avuto e non ha padroni (o meglio padroni stabili) e ha sempre mal digerito le regole e i paradigmi imposti dai padri, combattendo furiosamente».
Questa schermata consente al tuo monitor di consumare meno energia quando il computer resta inattivo.
Clicca in qualsiasi parte dello schermo per riprendere la navigazione.