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Scenari macro, sfide e opportunità nei mercati privati, alla luce della nuova agenda politica europea e del contesto globale, che potrebbe significare una nuova età dell’oro per l’Europa. Sono questi i temi affrontati durante il Selector Hard Talk: Private Markets nell’era di Trump e Draghi, il dibattito organizzato da Citywire Italia.
All'evento ha partecipato Stefano Muratorio, Private Markets Specialist e Fund Selection di Ersel Banca Privata.
Il confronto si è aperto con un’analisi delle proposte di Mario Draghi. Andrea Perlini, di Fideuram, ha evidenziato come i tre pilastri delineati, ossia innovazione, decarbonizzazione e sicurezza, trovino ancora l’Europa in posizione fragile sul fronte dei capital markets.
Stefano Muratorio ha sottolineato la necessità di consolidamento industriale: “Accanto all’innovazione, la questione del consolidamento industriale è cruciale. La frammentazione delle aziende europee rimane elevata e il private equity può svolgere un ruolo determinante. Per le infrastrutture sarà indispensabile un’azione coordinata tra pubblico e privato: serviranno capitali, e casse previdenziali, fondazioni e altri attori istituzionali dovranno partecipare con forza”.
Ma come integrare i private markets nei portafogli tradizionali? Muratorio ha insistito sul tema della chiarezza, in particolare per i semi-liquidi: “Sono strumenti che restano basati su sottostanti illiquidi, quindi vanno presentati con estrema trasparenza, soprattutto sui meccanismi di liquidità e gating. Solo così si costruisce fiducia di lungo periodo”.
Infine, la discussione si è concentrata sulla costruzione dei portafogli. Muratorio ha concluso sottolineando l’evoluzione in corso: “Siamo partiti dall’1% e stiamo ampliando, con l’obiettivo di rendere i private markets un building block a pieno titolo dell’asset allocation”.
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