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I dati mensili sull’economia USA continuano ad essere moderatamente favorevoli, tanto che le case di investimento che si collocavano nella parte bassa della forchetta di consenso hanno rivisto leggermente al rialzo le stime per il primo trimestre a valori prossimi al 1,5% rispetto al precedente 1%.

Stati Uniti

Mentre chi aveva una ipotesi di crescita più vicina al 2% ha visto il proprio scenario confermato dalla recente evidenza. Il dato di economia reale più significativo è stato quello relativo alle vendite al dettaglio, le quali hanno mostrato una buona tenuta e sono state tra i fattori che hanno contribuito alla revisione al rialzo operata dal alcuni sul PIL. Il modesto calo della fiducia dei consumatori, in una fase di consistenti rialzi del prezzo della benzina può anch’esso essere interpretato in maniera positiva. La FED ha preso atto del miglioramento in atto nell’economia, ponendo l’accento sui progressi evidenziatisi sul mercato del lavoro, ed enunciando un’aspettativa favorevole per la dinamica degli investimenti privati che pure erano risultati deboli nelle ultime letture mensili. La banca centrale non appare preoccupata dalle conseguenze sull’inflazione derivanti dal rialzo del prezzo del petrolio, mentre ha posto ancora l’accento sul livello troppo elevato del tasso di disoccupazione. Rimarcando la situazione di strutturale debolezza del mercato del lavoro e definendo come transitoria la fase di rialzo dei prezzi dovuta al caro petrolio la FED sembra voler mantenere aperta ogni opzione circa un possibile QE3, con una bias all’azione qualora l’attuale fase di miglioramento dovesse venir meno. Saranno quindi i dati di prossima pubblicazione ad orientare l’azione della banca centrale che appare assolutamente libera da ogni pregiudizio circa l’atteggiamento da tenere nei prossimi mesi.

Area Euro

Settimana priva di spunti particolari per quanto riguarda lo scenario macro europeo, data una settimana nel complesso “leggera” per quanto riguarda le statistiche economiche. L’indice di fiducia ZEW è migliorato anche se al di sotto delle attese, mentre l’inflazione in questo momento non costituisce un fattore di particolare rilievo.

LO STATO PATRIMONIALE DELLA BCE 
Prima che scoppiasse la crisi, nel giugno del 2007, lo stato patrimoniale consolidato dell’Eurosistema
ammontava a 913 miliardi di euro. La scorsa settimana lo stesso bilancio assommava a 3.003 miliardi, circa il 24% del Pil dell’area euro. Incrementi ugualmente significativi si sono registrati nei bilanci della Fed e della Bank of England, anche se non è stata superata la soglia del 20 per cento dei rispettivi Pil...


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