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Il periodo a cavallo d’anno ha visto il proseguimento del trend favorevole per quanto riguarda i dati macro americani. Dall’occupazione sono giunte notizie positive dauna pluralità di indicatori: è proseguito il trend di discesa delle richieste di sussidi di disoccupazione, sono aumentati oltre la soglia dei 200mila i posti di lavoro generati nell’ultimo mese e si è ridotto il tasso di disoccupazione al 8,2%.
Stati Uniti
Questi dati unitamente al miglioramento marginale della fiducia degli imprenditori manifatturieri e alla tenuta dei dati di economia reale di consumi ed investimenti hanno portato il consenso ad ipotizzare una variazione del PIL per Q4 nell’ordine del 3% trimestrale annualizzato. Il PIL americano terminerà quindi l’anno con una progressione sequenziale nei tassi di crescita trimestrali. Questo dovrebbe creare le condizioni per una crescita dell’economia americana nel corso del 2012 leggermente superiore (+2%) rispetto a quanto verosimilmente è stato messo a segno lo scorso anno (+1.7%).
Area Euro
Nelle due ultime letture mensili gli indicatori di fiducia relativi all’area euro hanno cessato di scendere, evidenziando una modesta risalita verso l’alto. Questo ha alimento il convincimento di chi crede che la recessione nel nostro Continente sarà tutto sommato modesta e non una ripetizione del crollo del 2008-09. Se è vero che le politiche fiscali accentueranno in molti paesi il calo dell’attività e anche vero che la BCE sta supportando il sistema finanziario, le banche in particolare, con un’espansione del proprio bilancio senza precedenti, come del resto fatto dalle altre banche centrali. A fronte di questo “attivismo” della BCE la politica viene percepita come poco efficace nel risolvere i problemi dell’aggregato. Questo è stato il principale razionale che ha portato l’agenzia di rating S&P a downgrade di numerosi paesi della moneta unica. Infatti la critica sembra rivolta più alla mancanza di impegno sul fronte del fondo salva stati che sull’operato della BCE. La misura scontata dai mercata ed anche in un certo senso attesa dalla Francia non sembra aver scosso in modo particolare i mercati.
I mercati finanziari non possono crescere all'infinito. Partendo da questo assunto, bisogna constatare però che le Borse continuano a salire, toccando valori quest'anno che «sembravano irraggiungibili». Ne parla Guido Giubergia, Presidente di Ersel, a Il Sole 24ORE.
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