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A inizio anno gli aspetti positivi dell’economia americana erano soprattutto da ricercarsi in una certa vitalità del settore manifatturiero (si veda il grafico sopra riportato) e in segali di stabilizzazione sul mercato immobiliare.

Stati Uniti

Dopo sei mesi il settore manifatturiero sembra aver perso una parte considerevole del momentum positivo, mentre i segnali che giungono dal settore immobiliare sono divenuti via via più chiari nel delineare l’uscita di questo comparto dalla pluriennale recessione, come mostra il grafico qui riportato. Nel complesso però, dato il peso relativo diverso dei due settori, l’economia non sembra ancora aver raggiunto una velocità di crescita tale da poter portare ad una riduzione significativa nel numero dei disoccupati. Come dimostrano i dati recenti sul mercato del lavoro. Nel complesso le statistiche mostrano un rallentamento significativo nel ritmo delle assunzioni, non un ritorno ai licenziamenti. Questo contesto dovrebbe però essere sufficiente a muovere la FED verso nuove misure di stimolo quantitativo ovverosia il cosiddetto QE3.

Area Euro

L’indicatore composite PMI dopo parecchi mesi di contrazione ha fatto registrare una stabilizzazione nella lettura di luglio. Parlare di svolta dopo un solo dato dell’esito favorevole appare prematuro. L’ipotesi più ottimistica che si può formulare è che non ci siano ulteriori accelerazioni nel tasso di contrazione dell’attività in Europa. Già questo sarebbe un segnale positivo in quanto proprio recentemente si era evidenziato come gli effetti della recessione nella periferia stiano avendo un impatto negativo anche sui sondaggi di fiducia e sui dati di economia reale dei paesi “core” (Germania e Francia in primis). E’ proprio sulla base di questi sviluppi dal lato della crescita che la BCE ha deciso di ridurre il costo del denaro di 25 p.b. nel meeting del 5 luglio. Come mostra il grafico sotto riportato tale riduzione, ad anche un’ulteriore mossa nei prossimi mesi di 25 p.b. appare giustificato dalla dinamica sfavorevole dei fondamentali. Tuttavia la reazione dei mercati non è stata favorevole in quanto la banca centrale sembra aver dato la percezione di aver esaurito le risorse per quanto riguarda l’uso di strumenti convenzionali, e di non essere pronta a perseguire con risolutezza la strada degli stimoli quantitativi. Purtroppo la BCE ha nuovamente dato l’impressione di essere pronta ad usare ogni mezzo solo nel caso in cui si materializzino nuovi stress sui mercati, non mostrando la volontà di porre in essere misure per prevenire gli episodi di stress sui mercati.


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Ersel