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Recentemente i dati americani sono risultati nel complesso al di sotto delle aspettative, come mostra il grafico sotto riportato. Tuttavia a nostro avviso questo è avvenuto più per un aumento delle aspettative a seguito di dati macro più favorevoli che non per un deterioramento delle statistiche recenti. Infatti anche questa settimana il trend sottostante dell’evidenza macroeconomica è risultato favorevole, semplicemente le aspettative si erano posizionate su livelli elevati e quindi si sono verificate delle parziali delusioni.

Quadro macro

Stati Uniti

I dati più rilevanti della settimana sono stati quelli relativi alla fiducia degli imprenditori manifatturieri (in progresso anche se al di sotto delle attese) in special modo per quanto riguarda la voce nuovi ordinativi e quelli relativi al mercato del lavoro. Questi ultimi hanno fatto registrare un incremento al di sopra delle attese per quanto riguarda il numero degli occupati ed una discesa superiore al consenso per quanto riguarda il tasso  di disoccupazione. Il trend di miglioramento sul mercato del lavoro dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, grazie anche ad un miglioramento delle condizioni per le piccole e medie imprese.
 

Area Euro

Se per gli USA aspettative eccessivamente “tirate” hanno determinato una flessione del “surprise indicator” anche in presenza di un trend sui dati macro che continua ad essere favorevole, per l’area euro si è avuto il fenomeno opposto. A fronte di aspettative eccessivamente pessimiste l’esito dei dati recenti è risultato superiore alle attese (si veda il grafico riportato) ed in talune statistiche si incomincia ad evidenziare addirittura un punto di svolta, come ad esempio sugli indici PMI.Strettamente interrelato con le prospettive di crescita è il tema dell’accesso al credito da parte di imprese e famiglie. L’ultimo sondaggio da parte della BCE sul sistema bancario domestico (svolto tra il 19 dicembre ed il 9 gennaio) evidenzia un brusco restringimento della propensione delle banche ad erogare il credito ad imprese e famiglie. Va però sottolineato che le ragioni per cui le banche stringono i cordoni della borsa sono molteplici ed il “credit crunch” a cui queste sono sottoposte per il problema dei debiti pubblici appare una delle determinanti, anche se non l’unica. Infatti, per il credito alle imprese, la motivazione principale addotta per la stretta è il deterioramento dell’attività economica, ed in misura minore la difficoltà a reperire capitale (...).


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