La regola generale è la diversificazione del portafoglio e il controllo del rischio. Le richieste particolari dei grandi patrimoni, secondo Fabrizio Greco, direttore generale del Gruppo Ersel sono quelle di portare il patrimonio all'estero, soprattutto in Svizzera.
Preoccupazione sulla sopravvivenza dell'euro ("al cui collasso noi non crediamo", afferma Greco) e la volontà di non tenere gli asset liquidi in Italia sono le due ragioni che inducono ad approdare su altri lidi.
Per chi resta in Italia meglio evitare di cadere nel tranello del conto remunerato perchè "il tasso civetta delle banche nasce", sostiene Greco, "dall'esigenza di aumentare la raccolta diretta". Infatti un conto vincolato vuol dire "prestare i soldi a un sistema bancario in difficoltà". I clienti in questo momento chiedono "diversificazione degli aset, minima esposizione valutaria (perchè la valuta aggiunge volatilità ai portafogli) e titoli obbligazionari, societari più che governativi".
In vista dei nuovi Citywire Italia Wealth Awards, che si terranno l’11 giugno a Palazzo Parigi a Milano, Citywire Italia ha intervistato Federico Taddei, Direttore Private Banking Ersel.
Federico Taddei, Direttore Private Banking Ersel, parla ad AdvisorOnline di numeri, strategia e differenza di Ersel. Qui coordina i circa 80 wealth manager della banca più orientata verso la clientela con patrimoni finanziari superiori ai 500.000 euro.
Passione per l'imprenditorialità e collegamento immediato tra investimenti ed economia reale sono le motivazioni principali che indirizzano le grandi famiglie italiane e i family office verso strumenti come i club deal. Andrea Rotti, Amministratore Delegato Ersel, ne parla a Il Sole 24ORE.
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