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Corriere della Sera

CORRIERECONOMIA - PAG. 21 - del 02-mar-2009

"Se ci trovassimo nella fase discendente di un ciclo di Borsa normale staremmo già pensando di suggerire i prossimi acquisti. Ma la situazione dei mercati azionari è poco leggibile. E di conseguenza i risparmiatori faranno bene a mantenere una parte cospicua del portafoglio impiegata in titoli di Stato a breve termine". Andrea Nascè, direttore investimenti di Ersel sgr , una delle principali case di asset management indipendenti basate in Italia, tratteggia il profilo di un risparmiatore che ha margini di manovra ristretti.

Preso fra l'incudine del calo dei listini e il martello dell'incertezza che pesa sulle obbligazioni governative a lunga scadenza. "Qualche dubbio, infatti, è legittimo sui titoli a più lungo termine, cinque e dieci anni, perché non si possono ignorare i rischi dovuti agli enormi impegni di nuove emissioni, conseguenza diretta del ruolo accresciuto degli Stati nel sostenere le economie", precisa. Tuttavia, anche in una situazione di mercato ancora negativa non mancano i segnali di un ritorno alla normalità . "Sull'interbancario si è ridotto grandemente il differenziale tra Euribor e tassi ufficiali; il mercato primario dei corporate bond a basso rischio fa segnare volumi record e una notevole ripresa di interesse", osserva il gestore.

Ma per effetto dei provvedimenti anticrisi e del rischio deflazione le attività a rischio zero, come i Bot, rendono sempre meno e presentano oggi ritorni netti inferiori all'1%. "Ecco perché mantenere almeno un terzo del proprio portafoglio investito in titoli a due o tre anni rappresenta una prima risposta all'obiettivo di preservare il capitale e di spuntare un rendimento leggermente superiore al tasso di inflazione", aggiunge. Ma per migliorare i rendimenti occorre puntare su alternative più redditizie. "Penso ai bond societari, che anche sulle scadenze brevi rendono quasi il 2% in più rispetto ai titoli governativi", nota il gestore. Che tuttavia sottolinea l'importanza di tenere sotto controllo il rischio rimanendo su obbligazioni con scadenza comprensiva tra i due e i cinque anni e di emittenti con elevato rating.

"Mai come oggi è opportuno utilizzare strumenti come i fondi comuni, che consentono di accedere a emissioni appartenenti a una pluralità di settori economici e di singole aziende, diversificando bene il rischio", ricorda Nascè.

Le obbligazioni societarie hanno anche una funzione di barometro dei mercati. "Se il differenziale di rendimento tra i corporate bond e titoli governativi comincerà a restringersi, gli investitori potranno interpretare questo segnale come anticipazione di una inversione di tendenza anche per il mercato azionario", spiega Nascè. (...)

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Corriere della Sera

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