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L'obiettivo è non solo soldi al no profit, ma soprattutto organizzazione e strategia. Perchè la solidarietà diventi iniziativa concreta e soprattutto funzionante.
(...) All'infanzia che vive situazioni critiche si sono dedicati da quattro generazioni i Giubergia di Torino, che hanno costruito la loro fortuna nella gestione di grandi patrimoni. Guido Giubergia, 56 anni, amministratore delegato di Ersel, ha creato la Fondazione Paideia, alla quale devolve circa 1,5 milioni di euro l'anno, pari al 2% degli utili lordi. E al bisogno attinge a un fondo creato ad hoc per operazioni particolari. Ha stanziato 4 milioni per la ristrutturazione della Stazione Regina, un vecchio immobile destinato a foresteria per le famiglie di bambini affetti da tumore ricoverati nei reparti dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino.
"In realtà, si potrebbe fare molto di più se la normativa fiscale consentisse alle imprese di devolvere a fini umanitari e sociali fino al 10% dell'utile lordo, secondo il modello americano" ammonisce Giubergia. "l'Italia è incapace di far fronte a tutte le necessità della collettività, per cui devono intervenire i privati". Molte sono le iniziative sostenute e create da Paideia. Tra queste, Dare una famiglia a una famiglia, per offrire a nuclei di genitori bisognosi il sostegno di famiglie capaci di aiutarli. E poi il progetto Contesto, per aiutare i genitori cui viene diagnosticata la nascita di un bambino disabile, la Banca del latte materno. Convinto che l'unico male della filantropia sia la disorganizzazione, Guido Giubergia ha assunto Fabrizio Serra, ingegnere, trasformandolo in top manager della solidarietà.
Consulta l'articolo "venture_philantropy_capital.pdf"
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